Festival
Traffic Festival è un festival di arti visive, performance, musica e laboratori didattici che pone attenzione alla ricerca artistica contemporanea delle nuove generazioni.
Avviato nel 2018, prende vita nell’entroterra marchigiano tra i comuni di San Lorenzo in Campo e Pergola (PU). Riflette su tematiche quali la ruralità, l’ecologia e la cittadinanza.
Per l’edizione 2022 si concentra attorno all’elemento naturale dell’acqua.
Fare Acqua
Fare Acqua è il titolo dell’edizione 2022 di Traffic Festival che prende vita dal 26 al 28 agosto 2022 tra San Lorenzo in Campo e Pergola (PU).
Fare acqua può sembrare un’azione impossibile, un gesto utopico da compiere, ma nasconde la necessità di pensare con l’acqua e imparare da essa. Dai monti ai colli, dal mare agli animali, dal cielo al centro del nostro pianeta, è impossibile immaginare un essere vivente disconnesso dal ciclo dell’acqua.
Siamo partiti nella nostra riflessione dalla scarsità idrica vissuta durante i giorni del festival dello scorso anno. Sempre più frequentemente, gli abitanti di zone storicamente ricche d’acqua vivono siccità impensabili, mentre un clima costantemente torrido ha fatto avvertire con crescente urgenza i cambiamenti climatici in atto. Nonostante questo, i ritmi di adattamento umani risultano timidi e intempestivi. Molti dei piani di sviluppo del genere umano fanno acqua da tutte le parti. Riconosciamo tuttavia che le teorie dell’Antropocene - una proposta epoca geologica, nella quale l'essere umano con le sue attività ha apportato modifiche territoriali e climatiche - e le conseguenti speculazioni di un capitalismo del collasso e della fine non sono altro che passive prese di coscienza tardive e improduttive.
Risulta invece necessario decentrare lo sguardo gerarchico dell’uomo sulla natura e sospendere il riduzionismo antropocentrico sviluppato nei confronti dell’insieme sistemico dei viventi, per generare successive forme di convivenza e co-abitazione tra tutti gli esseri viventi. Queste inedite scritture relazionali si basano sul mutuo rispetto e su processi di con-divenire insieme all’altro. A tal fine vogliamo suggerire un approccio acquoso e terroso all’interno di un territorio specifico, ponendoci coi piedi nei fiumi e nei torrenti che ci circondano e con lo sguardo rivolto al mare di fronte a noi. Dobbiamo recuperare una connessione con l’acqua andata perduta, o data per scontata per troppo tempo, al fine di desiderare un processo collettivo basato sul farci acqua.
Ripensare il pianeta significa ri-coreografare e rimaterializzare l’acqua. Questo elemento naturale è stato per troppo tempo pensato come una dimensione astratta e un concetto senza luogo, finendo per essere de-territorializzato ed espulso dalla sua dimensione materiale. La costruzione delle nostre visioni impatta la nostra relazione con l’acqua, per questo motivo dobbiamo pensare il nostro corpo come acquoso e l’acqua come una dimensione incarnata. In che maniera l’acqua può prendere corpo? I nostri immaginari e i nostri corpi devono divenire acquosi, percependo contemporaneamente la capacità dell’acqua di chiamarci fuori dai nostri schemi antropocentrici.
Siamo convinti che solo da un approccio in armonia con l’ecosistema circostante e con la vita che sgorga in ogni comunità locale, sia possibile ripensare le nostre azioni come parte di un pensiero acquoso in grado di re-immaginare l’acqua. L’acqua è infatti tutto ciò che facciamo. Fare acqua è allora un atto d'amore messo in pratica.